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"I delitti della Rue Morgue" di Edgar Allan Poe: annotato

Sep 03, 2023

Edgar Allan Poe, nato il 19 gennaio 1809, fu uno scrittore straordinariamente versatile che si avventurò in molti campi di interesse. La sua prolifica produzione comprendeva poesia, racconti, critica letteraria e opere di scienza (sia di finzione che di realtà). I suoi tre racconti di Monsieur C. Auguste Dupin di Parigi e le sue indagini sui crimini commessi nella città (che Poe non visitò mai) furono probabilmente le prime opere di narrativa poliziesca. La prima storia della serie, "I delitti della Rue Morgue" (1841), conteneva già molti dei luoghi comuni oggi visti come standard: omicidio in una "stanza chiusa a chiave", un detective dilettante brillante e non convenzionale e un detective leggermente meno intelligente. compagno/aiutante, la raccolta e l'analisi degli "indizi", il sospetto sbagliato preso in carico dalla polizia, e l'eventuale rivelazione della verità attraverso il "raziocinio" per Dupin, la "deduzione" per Sherlock Holmes.

JSTOR dispone di molto materiale sulle storie di Dupin, sulla loro eredità e sul loro posto all'interno dell'opera di Poe. Nelle Annotazioni di questo mese abbiamo incluso un piccolo campione della più ampia letteratura disponibile, tutta disponibile per la lettura e il download gratuiti. Ti invitiamo a festeggiare il compleanno dell'autore leggendo questo lavoro formativo, alcuni studi correlati e le nostre storie di Poe dal JSTOR Daily.

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I delitti della Rue Morgue

Quale canzone cantassero le Sirene, o quale nome assunse Achille quando si nascose tra le donne, sebbene le domande sconcertanti, non sono al di là di ogni congettura.

—Sir Thomas Browne.

Le caratteristiche mentali definite analitiche sono, di per sé, poco suscettibili di analisi. Li apprezziamo solo nei loro effetti. Sappiamo di loro, tra l'altro, che sono sempre per il loro possessore, quando posseduti smodatamente, una fonte del più vivo godimento. Come l'uomo forte esulta della sua abilità fisica, dilettandosi in esercizi che mettono in azione i suoi muscoli, così l'analista si gloria di quell'attività morale che districa. Trae piacere anche dalle occupazioni più banali mettendo in gioco il suo talento. Gli piacciono gli enigmi, gli enigmi, i geroglifici; esibendo nelle sue soluzioni di ciascuno un grado di acume che appare preternaturale all'apprensione ordinaria. I suoi risultati, determinati dall'anima stessa e dall'essenza del metodo, hanno, in verità, tutta l'aria dell'intuizione.

La facoltà di risoluzione è forse molto rinvigorita dallo studio matematico, e soprattutto da quella sua branca più alta che, ingiustamente, e semplicemente a causa delle sue operazioni retrograde, è stata chiamata, come se per eccellenza, analisi. Tuttavia calcolare non significa di per sé analizzare. Un giocatore di scacchi, ad esempio, fa l'uno senza sforzo nell'altro. Ne consegue che il gioco degli scacchi, nei suoi effetti sul carattere mentale, è ampiamente frainteso. Non sto scrivendo un trattato, ma semplicemente premettendo una narrazione alquanto peculiare con osservazioni del tutto casuali; Coglierò quindi l'occasione per affermare che i poteri superiori dell'intelletto riflessivo sono impegnati più decisamente e più utilmente dal gioco senza ostentazione della dama che da tutta l'elaborata frivolezza degli scacchi. In quest'ultimo, dove i brani hanno movimenti diversi e bizzarri, con valori vari e variabili, ciò che è solo complesso viene scambiato (errore non insolito) per ciò che è profondo. L'attenzione è qui chiamata prepotentemente in gioco. Se lampeggia per un istante, viene commessa una svista che risulta in un infortunio o in una sconfitta. Poiché le mosse possibili non solo sono molteplici ma anche involute, le possibilità di tali sviste si moltiplicano; e in nove casi su dieci è il giocatore più concentrato piuttosto che quello più acuto a vincere. Nella dama, al contrario, dove le mosse sono uniche e presentano poche variazioni, le probabilità di disattenzione sono diminuite e, essendo la semplice attenzione lasciata relativamente disoccupata, i vantaggi ottenuti da entrambe le parti sono ottenuti con un acume superiore. Per essere meno astratti, supponiamo una partita a dama in cui i pezzi siano ridotti a quattro re e dove, ovviamente, non ci si deve aspettare alcuna svista. È ovvio che qui la vittoria può essere decisa (essendo i giocatori in tutto pari) solo da un movimento ricercato, il risultato di un forte sforzo dell'intelletto. Privato delle risorse ordinarie, l'analista si getta nello spirito del suo avversario, si identifica con esso, e non di rado vede così, a colpo d'occhio, gli unici metodi (a volte addirittura assurdamente semplici) con cui può indurre all'errore o precipitarsi nell'errore. errore di calcolo.